3 tessuti ecologici prodotti da scarti vegetali 

STILI DI VITA

Tra i tessuti ecologici prodotti da scarti vegetali i più innovativi derivano da sottoprodotti della lavorazione di arance, uva e mele: un nuovo modo di unire la natura, il made in Italy e la sostenibilità.

Tre diverse aziende si sono poste la domanda: come recuperare gli scarti della lavorazione dei prodotti vegetali per creare dei filati e dei tessuti di qualità? 

Riuso e riciclo sono solo la prima frontiera. Il recupero degli scarti e la trasformazione di rifiuti in nuovi prodotti è la nuova sfida del futuro e della sostenibilità

Orange Fiber, dalle arance all’alta moda

In Italia ogni anno si producono 700.000 tonnellate di scarti dalla lavorazione degli agrumi: lo smaltimento di questo sottoprodotto è costoso dal punto di vista economico ed ambientale. 

Come unire due settori italiani come l’alimentare e i tessuti, grazie alla tecnologia e rispondendo alle esigenze della sostenibilità?

Orange Fiber è un’azienda nata a Catania nel 2014, fondata da Adriana Santonocito, specializzata in fibre tessili e innovative, e Enrica Arena, esperta di marketing e comunicazione. Oggi è l’unico brand in grado di produrre un tessuto ecologico a partire dagli scarti vegetali prodotti dagli agrumi. Un tessuto che ha l’aspetto della seta e può essere stampato e colorato come avviene per i tessuti tradizionali. 

La bellezza della natura e dal Made in Italy rappresentato dalla moda si uniscono per creare tessuti ecologici di ottima qualità. Un nuovo tipo di materiale che permette di risparmiare risorse naturali e fornire al mondo della moda quei tessuti sostenibili che sta ricercando.

Innovazione, sostenibilità e qualità per rendere migliore il mondo in cui viviamo.

Orange Fiber

Come creare un tessuto ecologico dagli scarti degli agrumi? Dalla spremitura delle arance per produrre succhi e spremute resta un residuo vegetale umido chiamato pastazzo. Il pastazzo di agrumi non può essere più utilizzato e viene gettato come rifiuto. Da questo materiale si può estrarre la cellulosa di agrumi, attraverso un processo brevetto da Orange Fiber. Si ottiene così un materiale di alta qualità, un tessuto ecologico adatto alla filatura e alle creazioni di moda.

Orange Fiber è oggi il primo marchio italiano che produce fibre dai prodotti di scarto della lavorazione degli agrumi. Nel 2017 ha presentato i suoi abiti nati dalle fibre di arancia in collaborazione con Salvatore Ferragamo. Nel 21019 è sponsor di una Conscious Exclusive Collection per H&M e le sue fibre ecologiche sono alla base di un’edizione limitata di cravatte creata da E. Marinella 

3 tessuti ecologici prodotti da scarti vegetali

Vegea Wine Leather, dal vino la pelle vegetale

L’Italia è nota in tutto il mondo per i suoi vini e per la moda: come unire questi due settori di eccellenza sotto il segno della sostenibilità? Vegea è un’azienda nata a Milano nel 2016 dall’idea di produrre tessuti ecologici derivati da biomateriali da utilizzare nella moda e nel design.

Giampiero Tessitore, architetto, e Francesco Merlino, chimico industriale, hanno iniziato a sperimentare la produzione di tessuti ecologici da scarti di origine vegetale. Dopo vari esperimenti, la materia prima ideale per il loro progetto è risultata essere la vinaccia, derivata dalla lavorazione vitivinicola. La lavorazione del vino porta con sé molti scarti: proprio questo materiale rappresenta la base ideale per dare origine a tessuti ecologici ad alta sostenibilità ambientale. 

Lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili porta a mettere in pratica i principi dell’economia circolare anche in una produzione insolita come quella del vino. Cantine vinicole e industrie tessili hanno accettato questa sfida e collaborano per dare origine a prodotti tessili ecologici di base da impiegare per realizzare vestiti, scarpe e borse, ma anche per il settore dell’arredamento e delle automobili.

Ogni 10 litri di vino si ottengono 2,5 chilogrammi di vinaccia dai quali si ricava 1 metro cubo di tessuto Vegea Wine Leather

Vegea Wine Leather

Come si produce un tessuto dagli scarti del vino? Le aziende vinicole separano la spremitura dell’uva dalle vinacce. La vinaccia viene fatta essiccare, in modo da non rovinarsi e da mantenere le sue qualità anche dopo tre anni dalla lavorazione. Dopo i trattamenti fisici e meccanici che Vegea Wine Leather ha brevettato, la vinaccia viene spalmata e lisciata per realizzare dei grossi teli di tessuto ecologico, una pelle vegetale ricavata dal vino. Negli ultimi passaggi della lavorazione si mettono a punto il peso e lo spessore, le gradazioni di colore e l’elasticità. In questo modo si hanno a disposizione ampie campionature da scegliere per i diversi utilizzi.

Vegea Wine Leather non utilizza sostanze dannose né pericolose, è un tessuto di origine naturale al 100%, animal free e vegan.

Miomojo, dalle mele le borse Apple Skin

Miomojo è un’azienda di Bergamo nata nel 2012 da un’idea di Claudia Pievani: prodotti belli, di qualità, disegnati con cura, creazioni che rispettano gli animali, la natura e l’ambiente. Miomojo produce zaini, borse e piccoli accessori beauty senza utilizzare nessun prodotto di origine animale, ma solo tessuti ecologici derivati da vegetali. Perché l’etica non esclude l’estetica.

Ho visitato la loro azienda a Bergamo e abbiamo parlato insieme di Miomojo e gli orsi della luna di Animals Asia: un’associazione molto cara a Claudia Pievani che ha trascorso diversi mesi come volontaria nelle fattorie degli orsi della bile per far conoscere a tutti questa tortura disumana verso gli animali.

Durante i mesi di lockdown, Miomojo ha rivolto l’attenzione all’Italia e ai prodotti made in Italy. In particolare, hanno deciso di produrre una nuova linea di borse, Apple Skin, derivate dagli scarti della lavorazione delle mele del Trentino Alto Adige.

Uno degli obiettivi del brand Miomojo è quello di unire la bellezza, la qualità, l’attenzione per il dettaglio all’etica, all’innovazione e alla sostenibilità.

Miomojo

Le mele del Trentino sono rinomate per la loro bontà e qualità. Dalla loro lavorazione restano numerosi scarti che possono essere utilizzati per creare tessuti.

Rispetto ad una borsa in pelle derivata da animali, una borsa fatta con gli scarti vegetali delle mele è più sostenibile dal punto di vista etico, sociale e ambientale:

Riduzione del consumo di acqua di circa il 74% e riduzione della CO2 prodotta del 64%

dati BCome Evaluation System

Come produrre un tessuto dagli scarti delle mele? L’industria della lavorazione delle mele produce molti scarti che vengono distrutti come rifiuto. Ma trasformare i rifiuti in ricchezza è possibile: con una speciale lavorazione, si possono ottenere fibre e tessuti adatti alla produzione di borse e piccoli accessori beauty.

Miomojo utilizza anche la plastica e le reti da pesca, oltre ad altri prodotti di orgiine vegetale. Ci sarà modo di parlarne nei prossimi post. Nuovi obiettivi sono la produzione di scarpe da tessuti ecologici e una fondazione per aiutare ulteriormente gli animali. Per un futuro più gentile per tutte le creature viventi.

Sempre più tessuti ecologici derivano da scarti di origine vegetale: ne parleremo ancora nei prossimi post. Segui il blog e resta in contatto: per guardare la natura con occhi curiosi.

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Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

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  1. Come rendere sostenibile la moda? | CURIOSA DI NATURA - […] produzioni made in Italy ha molti scarti di lavorazione. Come abbiamo visto in un precedente post, tre tessuti ecologici…

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