I bambini vivono un deficit di natura

ECOLOGIA

La sindrome da deficit di natura è un disturbo del comportamento che colpisce i bambini che vivono nelle grandi città. Il rischio per la loro salute è molto alto. Siamo parte della natura e ci stiamo estraniando sempre più da essa.

Cos’è il deficit di natura

La definizione “sindrome da deficit di natura” è stata creata da Richard Louv, giornalista e scrittore americano, che l’ha utilizzata per la prima volta nel 2005 nel suo libro Last child in the wood.

Nelle grandi città, nelle periferie urbane, piene di palazzi alti circondati dal cemento e da poco verde, i bambini soffrono sempre più di frequente della sindrome da deficit di natura.

Sono bambini che frequentano sempre meno gli spazi aperti. Giocano poco o per niente nel verde, esplorano sempre meno il mondo naturale. Vivono nelle loro case, nelle stanze, nelle aule delle scuole, nelle palestre. 

La loro routine quotidiana prevede pochissimo tempo da trascorrere nella natura: casa, automobile, aula scolastica, palestra, automobile e casa. Spesso la loro vita è compresa all’interno di questo cerchio ristretto dove la natura è praticamente assente, è esclusa.

Stare nella natura favorisce il movimento e l’apprendimento, allena la curiosità e il senso dell’esplorazione, aiuta la socializzazione. La vista di un panorama naturale è quello che manca ai bambini che vivono nelle grandi città, circondati solo da un panorama fatto di cemento e alti palazzi. 

Trascorrere del tempo in mezzo al verde aiuta l’equilibrio psicologico e fisico. La natura è la nostra terapia verde: è il giardino che ci cura.

I rumori e i suoni della natura sono estranei ai bambini delle città: l’acqua che scorre, il canto degli uccelli, il frinire delle cicale o anche solo il muggito della mucca e il raglio dell’asino sono sconosciuti ai bambini delle metropoli del mondo.

L’ambiente che ci circonda influisce sulla nostra vita presente e futura. Ha effetto sul nostro patrimonio genetico ed è in grado di influenzarlo. 

I bambini vivono un deficit di natura

I bambini e la natura

Vivere lontani dalla natura può causare numerosi danni alla salute. In questo 2020 le leggi che fanno seguito alla pandemia ci impediscono di trascorrere molte ore all’aperto. Ma il problema non è così recente, esisteva già da anni. Forse è stata proprio questa pandemia a farcelo notare con più vigore.

I dati Istat 2017 ripresi da WWF Italia per la campagna Aule Natura mostrano una situazione che deve farci riflettere:

  • I bambini tra i 6 e i 13 anni trascorrono davanti ad uno schermo circa 2 ore al giorno
  • 7 bambini su 10 (70%) navigano in rete quotidianamente
  • I ragazzi che vivono in Occidente trascorrono circa 44 ore alla settimana davanti a televisione, tablet, computer, smartphone

I rischi per la salute non sono da sottovalutare. Gli studi medico scientifici concordano nell’affermare che lo sviluppo cognitivo è associato alla vita nella natura. 

Lo spessore della corteccia cerebrale e la morfologia del cervello sono influenzate dall’ambiente fisico nel quale viviamo. Vivere a contatto con la natura fa bene alla mente e al corpo perché:

  • Favorisce l’autonomia 
  • Stimola la curiosità e l’intelligenza
  • Aiuta a gestire meglio lo stress
  • Aumenta l’autostima
  • Migliora la salute fisica e mentale

Nelle grandi città stanno nascendo numerosi parchi pubblici e aree verdi. Sono luoghi da frequentare dato che aiutano adulti e bambini a compensare il grave deficit di natura che stiamo vivendo.

Passeggiare lungo un viale alberato, camminare su un prato, visitare un parco naturale o un’oasi sono momenti importanti che aiutano a stare bene. 

Il verde pubblico delle aree urbane aiuta a socializzare, a conoscere adulti e bambini originari di aree del mondo diverse dalla nostra, permette una maggiore equità sociale.

Fare sport, attività fisica o semplicemente camminare a lungo nella natura:

  • Permette uno sviluppo armonioso della muscolatura
  • Previene malattie cardiorespiratorie
  • Aiuta il metabolismo
  • Previene malattie tumorali e depressione

Il progetto Aule Natura di WWF Italia

WWF Italia sta promuovendo la campagna Aule Natura. Il deficit di natura nei bambini potrebbe diventare una grave emergenza. Occorre intervenire al più presto.

Le scuole italiane sono edifici spesso molto vecchi e poco curati. Nelle città, sono palazzi di cemento senza cortili né aree verdi attorno. Tramite questo progetto Aule Natura si vogliono creare e risistemare 40.000 cortili scolastici nelle maggiori città italiane.

Le Aule Natura prevedono di portare la natura nelle città, rendendo agibili quei cortili scolastici che non lo sono, creando delle zone verdi nelle scuole che non ne hanno. 

Un’aula natura sarà una superficie verde di circa 80 metri quadrati, che potrà ospitare una classe media di 25 studenti. Anche in questi giorni di distanziamento sociale, le regole sarebbero rispettate, garantendo 3,5 metri quadrati per ogni studente.

Lo spazio dell’Aula Natura riproduce diversi microhabitat: stagno, siepe, giardino, orto, permettendo di osservare diverse forme viventi, vegetali e animali e creando delle piccole reti ecologiche.

Il progetto prevede di dare vita a degli orti didattici, dei giardini per le farfalle, introducendo fiori e alberi dove non ce ne sono e mangiatoie per uccelli. 

Un’area verde all’interno del cortile della scuola permette di respirare aria più pulita, di cambiare la visione del mondo che circonda, di staccare dalla vista del cemento per una mezz’ora. I bambini potrebbero giocare e correre sicuri, curiosare tra fiori e alberi, osservare e ascoltare la natura e gli animali che la popolano.

I giardini per le farfalle aiuterebbero le città a colorarsi con questi bellissimi lepidotteri. Gli orti didattici insegnerebbero a chi vive in appartamento come si semina, si innaffia, si cura la crescita di fiori, verdure e ortaggi comuni.

La presenza di fiori per farfalle, di alberi, del legno attirerebbe altri insetti utili e piccoli mammiferi, aiutando così a mantenere una buona biodiversità cittadina. La conservazione della flora e della fauna delle città sarebbe maggiormente garantita e così la salute e il benessere dei bambini e delle loro famiglie.

Perché se i bambini non conoscono la natura, come possono amarla e proteggerla?

Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

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