Una favola tra arte, mito e scienza è la mostra dedicata al Ciclo di Orfeo, un gioiello dell’arte del Seicento a Palazzo Reale Milano, un modo per conoscere la flora e la fauna del nostro paese.
Il meraviglioso mondo della natura. Una favola tra arte, mito e scienza è la mostra da poco inaugurata a Palazzo Reale a Milano, aperta fino al 14 luglio 2019. È uno degli appuntamenti pensato in occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, uno sguardo sulla rappresentazione artistica della natura dal Quattrocento al Seicento nella Regione Lombardia.
Il progetto espositivo è promosso dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale, 24 Ore Cultura per parlare di arte e scienza, della natura, rappresentata nelle sue centinaia di varietà animali e vegetali. Ho partecipato all’inaugurazione della mostra, un evento importante per la nostra città, per parlare di natura, animali e vegetali e ricordare le opere di Leonardo da Vinci.

Il meraviglioso mondo della natura. Una favola tra arte, mito e scienza
La mostra – curata dagli storici dell’arte Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa e con le scenografie di Margherita Palli – si apre con un’installazione luminosa e con il codice lombardo Historia plantarum della Biblioteca Casanatense di Roma, ricco di illustrazioni del mondo vegetale e animale. Un trattato che rappresentava le piante usate come medicinali e suggeriva le varie cure e i rimedi per la salute dell’uomo.

Leonardo da Vinci (1452-1519) Studio sull’equivalenza di superfici e disegno di un gatto che si lava- 1513-1515 circa- penna, tracce di matita nera – Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Pinacoteca, Codice Atlantico, f. 268r (ex 98r-a) © Veneranda Biblioteca Ambrosiana /Mondadori Portfolio
Evviva i gatti! In una pagina aperta del codice Plantarum un gatto si avvicina ad una forma di formaggio. Nel periodo che va dal Quattrocento al Seicento non era facile dipingere gli animali. Poco si conosceva della loro anatomia. Le possibilità erano praticamente due. Come in questo caso, si usava -purtroppo- un gatto morto, messo in posa.
Al contrario Leonardo da Vinci preferiva osservare e dipingere gli animali dal vivo, la seconda possibilità. Ecco che si vede una pagina del suo Codice Atlantico. Mentre studiava l’equivalenza geometrica di alcune superfici, Leonardo si sofferma ad osservare e a dipingere un gatto mentre si lava.
Natura viva, natura morta. Tutta la natura, sia il mondo vegetale che quello animale, veniva rappresentata in questo modo, osservando dei soggetti morti messi in posa. Forse anche grazie a Leonardo, ad un certo punto si preferì osservare vegetali e animali dal vivo e rappresentarli così, seppure con molte difficoltà.
Ecco che in mostra si trova un secondo confronto – tra natura dal vivo e modello morto – tra la Canestra di frutta del Caravaggio e il Piatto metallico con pesche di Giovanni Ambrogio Figino.
Il Ciclo di Orfeo è il centro di questa esposizione. È un complesso figurativo del Seicento italiano, commissionato da Alessandro Visconti per il proprio palazzo a Milano e poi ospitato a Palazzo Sormani dal 1877 in poi. Il palazzo che lo ospitava in origine ora non esiste più – si tratta di Palazzo Verri, tra via Monte Napoleone e via Pietro Verri.
Il mito di Orfeo. Orfeo era un cantore della Tracia che, con la sua celestiale musica, incantava gli animali, persino i più feroci col suo canto disperato per la morte dell’amata Euridice. Il Ciclo di Orfeo comprende 23 tele con poche figure umane: solo Orfeo e un piccolo Bacco. Il paesaggio è solo natura, ricco di piante, fiori e animali. Entrando nella Sala occorre guardare in alto perché le tele sono collocate nella parte alte della stanza così come erano posti in origine, ma si rimane incantati dalla bellezza delle raffigurazioni e dalla melodia che invade la sala, ricca di uccelli che cantano tra il fruscio del vento e delle foglie

Anonimo olandese, Pandolfo Reschi (1640-1696), Livio Mehus (1627-1691) Ciclo di Orfeo (dettaglio) -1675-1680 circa – olio su tela – Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco (in deposito a Palazzo Sormani, sala del Grechetto e sala dei Putti) © Comune di Milano-Tutti i diritti riservati
Dall’arte alla natura. Un grande studio è stato fatto dagli esperti del Museo di Storia Naturale di Milano: studiando il Ciclo di Orfeo hanno riconosciuto e classificato 160 esemplari tra mammiferi, uccelli, pesci, rettili e invertebrati. E proprio questi 160 animali, provenienti dal Museo di Storia Naturale di Milano, dall’Acquario Civico di Milano e dal MUSE di Trento, sono stati collocati nella Sala successiva per essere ammirati, in una sorta di “sala delle meraviglie”
Una mostra che mette insieme vari Musei e Biblioteche della città di Milano. Una mostra che racconta com’era difficile per i pittori del Rinascimento rappresentare esseri viventi e animati e quali tecniche venivano utilizzate: modelli vivi o morti, disegni, animali veri o ricavati dai dipinti dei bestiari, numerosi all’epoca.
Il Ciclo di Orfeo: il restauro e sua collocazione futura. Questa mostra è una bella opportunità per ammirare le opere del Ciclo di Orfeo ricollocate nella loro posizione originaria. Come già detto, nel Novecento le tele sono state ospitate in una sala di Palazzo Sormani – che le vorrebbe di nuovo vedere collocate lì, al loro posto.
Ma prima di decidere dove ricollocarle, le tele necessitano di un restauro. L’intervento mostrerà ancor meglio la qualità artistica di questo “atlante” seicentesco della fauna e della flora. Per questo, dopo la visita, mi sono fermata al bookshop per acquistare la cartolina – che vedete a destra nella prima foto – e aiutare così il restauro di questa bellissima opera pittorica.
Il meraviglioso mondo della natura. Una favola tra arte, mito e scienza è una mostra aperta presso Palazzo Reale a Milano fino al 14 luglio 2019.
“I Greci dicevano che la meraviglia è l’inizio
del sapere e allorché cessiamo di meravigliarci corriamo
il rischio di cessare di sapere” (Ernst H. Gombrich)
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