Ho scoperto che il mare è pieno di plastica. Non solo quella che vediamo galleggiare, ce n’è molta di più ed è un grave pericolo per tutto l’ecosistema. Il mare e la plastica – sarà l’argomento dei post di questa estate.

Questa estate ho deciso di raccontarvi alcuni episodi di un libro molto interessante. Si tratta di “Come è profondo il mare” di Nicolò Carnimeo. Dopo aver letto dell’inquinamento da plastica che colpisce mari ed oceani, come ho scritto in questo post, ho deciso di approfondire l’argomento. Grazie al programma televisivo Scala Mercalli ho trovato questo interessante libro.
Dedicherò al mare, che amo molto, i miei post estivi. Purtroppo saranno post che fanno riflettere. Il mare, gli oceani, le acque sono in pericolo. Ricordiamolo mentre siamo in vacanza – ma non solo.

La plastica è il materiale che la natura si è dimenticata di creare (Paul John Flory)

Dal libro “Come è profondo il mare” di Nicolò Carnimeo sono tratti i post di questa estate

Immaginavo che nei mari e negli oceani ci fosse troppa plastica, ma non a tal punto. Gli oceani sono popolati da vere e proprie isole di plastica galleggiante. Tutta la plastica che gettiamo nei fiumi arriva al mare e si unisce a quella che lasciamo sulle spiagge o che troviamo in mare. Le correnti di acqua e di vento convogliano questa immensa quantità di plastica verso punti precisi degli oceani e lì la plastica si ferma a galleggiare e forma le isole di plastica. Isole di spazzatura. Ce ne sono due nell’Oceano Pacifico, due nell’Oceano atlantico e una nell’Oceano Indiano.

Ogni anno produciamo 100 milioni di tonnellate di plastica e il 10% di essa finisce in mare

La plastica è indistruttibile: si conserva per 500-1.000 anni

La plastica galleggia e vive anni e anni in mare. Ad un certo punto, la troviamo anche nei primi strati al di sotto della superficie. Sono pezzetti piccoli, la micro-plastica. Questi pezzetti sono dannosi: formano delle reti, chiamate “ghost net”, nelle quali si intrappolano pesci, mammiferi, animali di ogni specie.

Molte tartarughe marine muoiono per aver mangiato sacchetti di plastica che loro hanno scambiato per meduse, vista la forma e il colore molto simili. In media, nello stomaco di una tartaruga morta spiaggiata in Italia si trovano 150 pezzetti di plastica.

Ogni anno nel mondo muoiono 100.000 tra tartarughe marine e mammiferi marini e 1 milione di uccelli per aver ingerito pezzi di plastica.

I piccoli pesci, come le sardine, inghiottono così tanti pezzetti di plastica, scambiati per cibo, che non riescono più a nuotare, a variare profondità in cerca di cibo e muoiono di fame.

La plastica, da grande conquista, si è trasformata in un grave problema per l’ambiente e gli ecosistemi. Siamo passati da un’economia basata sul “buono e durevole” all’economia del “produci → consuma → usa → getta”. Occorre cambiare rotta. Molto è stato fatto per abolire i sacchetti di plastica, ma c’è ancora tanta plastica in giro da gestire bene.

Dedicherò altri post al mare, agli oceani, alla plastica, a questo libro che ci racconta di un problema dell’ecosistema e di un grave inquinamento forse ancora poco conosciuto: quello della plastica e della microplastica che invade mari ed oceani di tutto il Pianeta.

*nota* Questo post è stato ispirato dal seguente libro, dal quale sono tratti i dati, le frasi citate tra virgolette e quelle evidenziate: Nicolò Carnimeo – “Come è profondo il mare” – Edizioni Chiare Lettere

Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

1 commento

  1. Laura & Samantha

    Ho la fortuna e il privilegio di frequentare i ricercatori della Fondazione Cima che mi hanno informata sulla situazione della plastica e del suo impatto sull’ecosistema marino. Sono rimasta allibita. Una volta ho passato tre giorni con loro a bordo della loro imbarcazione e siamo ritornati carichi di plastica raccolta proprio nel santuario dei cetacei. Laura

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