“Animali in città”

ANIMALI, STILI DI VITA | 3 commenti

Molti animali fanno parte delle nostre famiglie e vivono con noi in città, soprattutto cani e gatti. È possibile una buona convivenza tra noi e loro? E come si comportano Comuni capoluogo e Aziende Sanitarie Locali? Ce ne parla il IV Rapporto Nazionale di Legambiente: l’ ho letto e ve lo racconto.

“Animali in città” è l’indagine di Legambiente che valuta le performance che Comuni capoluogo di provincia e Aziende Sanitarie Locali dichiarano di offrire ai cittadini che hanno animali d’affezione e, in generale, per la migliore convivenza in città con animali padronali e selvatici.
In Italia è in crescita il numero di animali che vivono con l’uomo in città; ormai non sono solo cani e gatti, ma molte altre specie si sono aggiudicate il titolo di animale da compagnia. Questa indagine vuole essere d’aiuto nel trovare soluzioni adatte al benessere dei nuclei famigliari con animali e alla convivenza con tutti gli altri cittadini. Una società che si chiami civile dovrebbe tendere ad avere zero randagismo canino e felino, anagrafi per animali da compagnia, sterilizzazione dei randagi. In città, dovrebbero esserci sufficienti spazi attrezzati e incentivi economici per chi adotta un animale del canile e per chi gestisce colonie feline.
Un rapporto difficile da gestire, quello tra cittadini e animali da compagnia, fatto di contraddizioni evidenti. Un esempio: da un lato, l’aumento degli animali avvelenati da bocconi (14.000 casi nel 2013 in Italia), dall’altro, le agevolazioni di regioni quali la Sicilia che offre bonus da 457-750 euro a chi adotta un cane dal canile.

dogecat

Come conviviamo con cani e gatti in città? Il IV Rapporto di Legambiente per il 2015

L’indagine è stata fatta tramite un questionario contenente 26 domande per le amministrazioni dei Comuni capoluogo e 20 domande per le Aziende Sanitarie Locali. 85 Comuni e 74 Aziende Sanitarie hanno risposto al questionario. Le performance sono state giudicate sufficienti se il punteggio raggiunto era pari a 30-40 su un totale di 100.

I primi dati sul rapporto tra animali da compagnia e vita urbana sono del 1999.

I cani registrati all’anagrafe canina sono aumentati da circa 4 milioni nel 1999 a 7 milioni nel 2103. Si stima che la popolazione dei cani nel 2013 sia di 15-18 milioni di individui e che i gatti siano 13-16 milioni. Le famiglie con animali da affezione sono passate dal 43% del 1999 al 55,6% del 2013.

La popolazione italiana a fine 2013 era di circa 61 milioni di individui. L’anagrafe canina registrava 6.940.959 cani, con un rapporto cittadino/cane pari a 8,8 in media. Oggi, i cani e i gatti non sono gli unici animali da compagnia: servirebbe, dunque, una “anagrafe unica nazionale obbligatoria per gli animali da compagnia” distinta per specie.

I risultati emersi da questa indagine indicano che solo 30 città su 85 hanno raggiunto la sufficienza. L’anagrafe canina è oggi l’unica obbligatoria per gli animali in città ed è quasi sempre gestita dalle Aziende Sanitarie Locali. Si ha in media, 1 cane ogni 10 cittadini, con valori massimi a Taranto (1 ogni 295) e i minimi di Biella (1 ogni 1,6), mentre a Milano i dati parlano di 1 cane ogni 17 residenti.

I cani randagi sono ancora molto numerosi e sono un elemento di conflittualità e sofferenza verso gli animali da compagnia, oltre che un costo economico (gran parte delle spese che le istituzioni devono sostenere riguardano la gestione dei canili rifugio per animali abbandonati, anche se, in media, su 4 cani randagi catturati 3 ritrovano una felice sistemazione). Al contrario, la presenza di cani di quartiere o cani liberi controllati in buona salute è indice di una gestione pubblica corretta e partecipata, anche da parte dei cittadini.

Comuni e aziende locali sono tenuti anche ad effettuare controlli, a far rispettare le regole, a verificare l’iscrizione all’anagrafe canina e la raccolta degli escrementi da parte dei proprietari di cani: oltre il 74% dei Comuni analizzati ha un nucleo di Polizia Municipale dedicato a questa attività.

Quando un cittadino trova animali selvatici in difficoltà, feriti, debilitati o abbandonati, solo 1 Comune su 2 sa dare le corrette informazioni e risposte sul comportamento da tenere.

Si conosce poco anche sulla biodiversità in città: solo il 18,8% dei Comuni capoluogo (1 su 5) dichiara di avere una mappatura delle specie animali presenti. La metà dei comuni dichiara di avere spazi aperti sufficienti dedicati agli animali d’affezione e oltre il 90% delle città ha un regolamento per la corretta detenzione degli animali in città.

Buoni risultati, dunque, ma c’è ancora molto da fare per assicurare una corretta convivenza con gli animali nelle famiglie e per conoscere meglio la grande biodiversità animale che ci circonda, anche nelle città.

Se sei interessato alla lettura, puoi scaricare a questo link il pdf del Rapporto completo pubblicato da Legambiente per l’anno 2015.

Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

3 Commenti

  1. enricogarrou

    Un numero elevatissimo di cani con un alto numero di padroni che fanno della maleducazione il loro credo. E poi l’abbandono con branchi di cani selvaggi specie in Sicilia . Un comportamento non corretto, trovo, di molti padroni che non amano l’animale ma desiderano solo sfoggiarlo come un giocattolo. Metà della popolazione canina di quella presente è affidata a persone che li amano e che conoscono l’educazione e il vivere sociale. Un abbraccio

  2. evergreen

    adorabili <3

  3. Sabrina

    Ci sono ancora molti problemi, oltre all’abbandono. Tante persone poco educate che non raccolgono gli escrementi dei loro cani i città, ad esempio. E così molte persone che amano i cani arrivano a odiarli solo per i comportamenti scorretti di noi umani

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