Sarà così, il supermercato del futuro?

CIBO, ECOLOGIA, EVENTI, NATURA BIO, STILI DI VITA | 2 commenti

Nella Giornata Mondiale dell’Alimentazione penso al futuro. Ho visitato il Future Food District ad Expo e ho sentito il racconto dei curatori a proposito di imballaggi per alimenti. Come sarà il cibo del futuro? Come sarà distribuito e conservato?

Il Future Food District è un supermercato del presente, pensato per il futuro. Si trova in Expo, è curato da Coop ed è un vero supermercato, cioè si può entrare e fare la spesa. Oggi è la Giornata Mondiale dell’Alimentazione: buona occasione per pensare al futuro, nostro e del cibo e agli imballaggi alimentari.

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Il robot MiYu al Future Food District – Expo 2015

Entrando nel supermercato del futuro ci si trova in uno spazio aperto su più livelli. Si può avere sott’occhio tutto il supermercato. Nel supermercato non ci sono persone, addetti ai banchi o alle informazioni e questo è forse l’unico lato negativo o quello che, in un primo momento, mi ha un po’ spiazzato. L’open space, invece, è una bella idea: avere ogni reparto a portata di vista dà sicurezza. Nel supermercato ci sono tutti i prodotti che ci aspettiamo di trovare in un punto vendita del presente.

Una prima novità è il robot Yu Mi addetto al confezionamento delle mele. Prende una mela dallo scaffale e la pone nella confezione insieme alle altre, ma nel futuro potrà compiere molte più azioni, ne sono certa. La robotica sta entrando nelle nostre vite, in molti campi e anche la grande distribuzione ne farà uso. Cominciamo ad abituarci e a capire come interagire con loro.

La seconda novità è quella che mi è piaciuta di più, in assoluto: l’etichetta elettronica. Sopra ogni prodotto e accanto ad ogni confezione c’è un display. Semplicemente indicando il prodotto scelto, senza toccarlo, il display ci fornisce informazioni sulla sua provenienza, sul tipo di prodotto, su come cucinarlo e soprattutto ci dà la sua impronta ecologica.
Sapere quanto “impattiamo” sul nostro pianeta comprando un alimento piuttosto che un altro sarà determinante nella scelta della dieta del futuro (per lo meno, io ci credo).

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Le etichette del futuro – Food Future District in Expo 2015

Allora ho fatto un giro e ho scelto alcuni alimenti per voi. Mi sono segnata le informazioni sull’impronta ecologica e sul contenuto in energia, zuccheri, grassi e sale. Ecco cosa ho scoperto:

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Esempio di etichetta alimentare del futuro con valori nutrizionali e impronta ecologica (carbon footprint)

“La lotta allo spreco alimentare nel supermercato del futuro” è stato un argomento trattato dai curatori del Future Food District al convegno organizzato da Giflex, associazione che raggruppa produttori di imballaggi flessibili destinati al confezionamento di prodotti alimentari e farmaceutici. Carmela Favarulo e Massimiliano Lazzari di Coop hanno raccontato come è nata l’idea di realizzare all’interno di Expo 2015 un supermercato del futuro.

Grande importanza sarà data al prodotto e alla sua etichetta: mi piace l’idea che il prodotto, attraverso la sua etichetta, racconta la propria storia, dalle origini, a quello che contiene, a come si consuma. Perché le statistiche dicono che 7 italiani su 10 sono molto attenti nel leggere le etichette dei prodotti alimentari prima di acquistarli (e questo è un dato molto buono, che non mi sarei aspettata).

Lo spreco è quello che si vuole combattere, specie parlando di cibo. Da un lato, molti supermercati, come Coop, raccolgono a fine giornata le eccedenze alimentari e le donano a delle ONG che si occupano di distribuirle ai cittadini che ne hanno più bisogno in ogni quartiere della città. Ad Expo, le eccedenze del Future Food District sono donate alla Caritas.

Dall’altro, occorre ridurre lo spreco. Allora i supermercati devono fare attenzione a quanto cibo mettere sugli scaffali, alle scadenze e agli ordini. Per noi consumatori, occorre essere attenti a quel che compriamo.

Durante il convegno sono stati proiettati brevi video di interviste fatti ai consumatori sul tema dello spreco, proposte dal professor Mauro Ferraresi – Sociologia dei Consumi, IULM.
Da questi video si vede che il consumatore è sempre più attento.

Molti degli intervistati sul tema della riduzione dello spreco hanno affermato:

  • di fare la spesa spesso e di evitare le scorte
  • di volere un involucro, un packaging, con molte informazioni, ma ridotto al minimo ed ecologico
  • e poi, vale sempre più la pratica del ridurre lo spreco, riusare, riciclare e riutilizzare.
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Trasportare e conservare il cibo: una sfida del futuro per combattere lo spreco alimentare

Il packaging alimentare è importante. Se nei Paesi più sviluppati si può ridurre e perfino comprare prodotti sfusi (come propongono sempre più negozi e centri commerciali) nei Paesi in via di sviluppo il packaging per gli alimenti è indispensabile. Chi lavora e abita in quelle zone sa che la carta è l’involucro più usato per gli alimenti, ma non è abbastanza sicuro. Ci vorrebbe un packaging che protegga da virus e batteri e che sia sicuro nei confronti dei contaminanti che dall’ambiente potrebbero infestare il cibo. Allo stesso tempo, il packaging deve dare informazioni ed essere ecologico.

Perché se in occidente il cibo si spreca al termine della filiera (cioè siamo noi consumatori che sprechiamo e buttiamo cibo), nei Paesi in via di sviluppo gli scarti sono alla produzione, per via della degli imballaggi inadeguati e della cattiva distribuzione.

Questo mi ha fatto riflettere e pensare ancor di più al cibo del presente e del futuro. Non credo sia una moda del momento, ma un modo di pensare e di vivere che dobbiamo adottare nel futuro (o meglio, se vogliamo avere un futuro, visto i problemi di cui soffre il nostro pianeta):

“Non produrre per produrre, ma produrre per l’uomo”

Si parla allora di una visione olistica del mondo, cioè del fatto che condividiamo la vita sulla Terra con altri esseri vegetali e animali: occorre rispetto per tutti. Occorre essere consapevoli di quel che consumiamo: per questo, in un momento di crisi, se si hanno pochi soldi, spesso si sceglie di spenderli bene, in prodotti biologici o di cui si sa la provenienza.
E l’economia del futuro sarà sempre più circolare: dagli scarti di un prodotto, ne nascerà un altro.

Come sempre, se vuoi far sapere cosa ne pensi, puoi lasciare un commento 🙂

Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

2 Commenti

  1. enricogarrou

    Penso che le cose che hai scritto siano tutte condivisibili, anche perchè se continua così l’Homo sapiens scomparirà, come specie, dalla faccia della terra. Sovraffollamento mancanza di risorse alimentari, Immissiomne di gas, (vedi SO2 NO2 CO2 e altri) hanno prodotto un innalzamento della temperatura che ha assunto un aspetto esponenziale e porterà a fenomeni drammatici: desertificazione, scioglimento delle calotte polari con innalzamento dei mari, migrazioni di massa. Insomma se non riuscimo a cambiare il nostro di tipo di vita siamo destinati alla auto distruzione. Un caro saluto, quando ritorno all’Expo vado a vedere questo supermercato. Un abbraccio

  2. Sabrina

    Ciao Enrico, grazie per il tuo commento. Sono felice che il post sia piaciuto. In effetti abbiamo di che preoccuparci ma siamo ancora in tempo per cambiare rotta (lo spero!). A proposito di Expo, per te e per tutti quelli che ci sono stati o avrebbero voluto andarci e che sono interessati alle tematiche di questo blog: seguite il blog! A fine anno potrebbe esserci una bella sorpresa. Un abbraccio a te e grazie

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