Teoria e pratica della sostenibilità

ECOLOGIA, STILI DI VITA

La parola sostenibilità è molto usata oggi. In teoria sappiamo tutti di cosa si tratta, ma quando occorre passare alla pratica, come ce la caviamo? La Svizzera, nel suo padiglione ad Expo 2015, ha cercato di mettere insieme teoria e pratica della sostenibilità. Ecco i risultati.

Svizzera_Expo2015

E tu, hai paura di restare senza?

L’Enciclopedia Treccani online dà una definizione articolata di sostenibilità. La prima frase dice:

“Sostenibilità: nelle scienze ambientali ed economiche, condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”

Questo è il concetto base, quello che si dovrebbe fare con la natura, l’ambiente e le risorse: utilizzarle in modo da vivere bene e da assicurare una buona vita anche alle generazioni future. Nel caso della natura e dell’ambiente, la sostenibilità non è facile da misurare a da quantificare (anche se è possibile, ed è quello che fanno scienziati ed economisti ambientali). Per quanto riguarda le risorse, invece, si possono fare degli esperimenti, più pratici, più veri, più reali e alla portata di tutti.

La Svizzera ha deciso di provare ad unire la teoria e la pratica del concetto di sostenibilità ambientale nelle sue torri all’interno del padiglione di Expo 2015.

svizzera_torri

Le torri del padiglione della Svizzera ad Expo 2015 Milano “Ce n’è per tutti?” – sarà proprio così? –

La nazione ha scelto 4 prodotti che la rappresentano:
l’acqua: la Svizzera è ricca di questa risorsa naturale, anche grazie al complesso del San Gottardo (al quale è dedicata una bella mostra qui in Expo)
il sale: anche se non ha sbocchi sul mare, la Svizzera riesce a ricavarlo dai fiumi e dalle fonti che si trovano sui suoi numerosi massicci
le mele: lo stato svizzero è un gran coltivatore e produttore di mele, più di mille varietà
il caffè: pur non coltivandolo direttamente, l’importazione e la lavorazione del caffè sono molto utilizzate in Svizzera.

Come passare dalla teoria alla pratica? Nel padiglione svizzero ci sono 4 torri, ognuna rappresenta un prodotto chiave di questa nazione. Non solo, all’interno di ogni torre sono stati messi dei “campioni” di ciascun prodotto a disposizione del pubblico.
Durante la visita alle torri svizzere, gli accompagnatori hanno parlato del concetto di sostenibilità, dell’usare le risorse delle quali disponiamo in modo da vivere bene noi stessi e da assicurare un buon futuro alle generazioni a venire. E questa è la teoria e credo che tutti abbiamo capito, nonostante non sia un concetto del tutto semplice, di cosa si tratta.

Ad ogni torre, si viene invitati a prelevare uno o più campioni di ogni prodotto, ricordando la teoria, la sosteniblità, il presente e il futuro. Questo modo per unire la teoria alla pratica mi è piaciuto: un sistema reale e tangibile, misurabile e quantificabile, per vedere se abbiamo capito la teoria e se sappiamo passare alla pratica. Ogni torre è costruita in modo che, man mano che le risorse sono prelevate e si esauriscono, la torre si abbassa, il suo livello si avvicina alla terra.

I risultati. Il risultato deve farci riflettere. Questa riflessione sulle risorse che la natura ci mette a disposizione, sia come cibo, che come ambiente in generale e sull’utilizzo che ne facciamo è lo scopo principale della creazione del loro padiglione. La mia visita al padiglione svizzero è avvenuta il 28 maggio in occasione del Social Media Day Expo.

Ecco cosa ho trovato a quella data.

A neanche un mese dall’apertura di Expo 2015, metà delle risorse messe a disposizione (in questo caso dalla Svizzera, ma il concetto si applica ugualmente alle risorse naturali) erano già esaurite!

Questo mi ha fatto pensare e credo che sia una riflessione che tutti dobbiamo fare. Siamo davvero in grado di passare dalla teoria alla pratica quando parliamo di sostenibilità ambientale (ed economica)? In questo passaggio, teniamo davvero conto delle generazioni future o ci preoccupiamo solo di goderci al massimo il presente e gli altri poi, nel futuro, si arrangeranno e se la sbrigheranno da sé? Abbiamo davvero capito che le risorse naturali non sono infinite e che presto ci troveremo senza?
La conclusione del post è aperta: ognuno di voi può arrivare allo scenario finale che preferisce o che ritiene più realistico e veritiero.

E tu, “hai paura di restare senza?”

Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

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