23 aprile: Giornata Mondiale del Libro. La mia esperienza di lettrice e messaggero per il progetto #ioleggoperché.
La settimana del libro ruota ogni anno attorno alla data del 23 aprile, Giornata Mondiale del Libro. Quest’ anno è stata una vera festa per me, che ho deciso di essere “messaggero” per il progetto #ioleggoperché.

Alcuni dei libri della collana di #ioleggoperché sul bibliobus in piazza Gae Aulenti
Cos’è #ioleggoperché? È un progetto promosso da AIE, Associazione Italiana Editori, in collaborazione con numerosi altri partner e con il contributo Rai. Ho letto del progetto al suo inizio e ho scritto una mail per avere informazioni su cosa fa un messaggero.
Ho guardato il sito e ci ho pensato: ho deciso di provarci, di diventare messaggero. Di provare, cioè, a trasmettere la mia passione per la lettura a chi invece non ce l’ha. Così mi sono registrata e sono andata in libreria a ritirare i 12 volumi che mi hanno assegnato e la t-shirt del messaggero.
Ho partecipato all’incontro svoltosi alle Librerie Feltrinelli a Milano con Alberto Rollo, direttore letterario di Giangiacomo Feltrinelli Editore dal 2005, e lì mi sono resa (maggiormente) conto che trasmettere questo messaggio, questo invito alla lettura è un’impresa davvero complicata e difficile. Ma va bene così.
Il 23 aprile: la distribuzione. Così giovedì scorso ho messo le mie copie nello zaino e ho preso la metropolitana. Mi sono guardata in giro, ho visto chi non leggeva e ho provato a chiedere il perché, ad attaccare bottone, a dire che io leggo e perché, a mio modesto parere, leggere è davvero una gran cosa.
C’è stato chi si è rifiutato subito, dicendo di non leggere e di non volere provare a farlo: l’ho salutato e ringraziato, ho rispettato la sua opinione e ho continuato a camminare.
Lo stesso ho fatto nei pressi della stazione ferroviaria di Porta Garibaldi a Milano e per le vie attorno a piazza Gae Aulenti (luogo della festa per messaggeri e lettori).
Consegne effettuate. Mi sono sentita molto felice, anche sollevata e appagata quando ho consegnato l’ultima copia a mia disposizione. Ho affidato i libri a persone che hanno mostrato un certo interesse alle mie domande, al mio racconto sull’iniziativa. Persone che hanno detto di leggere poco, per poca voglia o per mancanza di tempo, ma che hanno voluto prendere in mano il libro, leggere il titolo, sfogliare qualche pagina, leggere le prime righe dell’iniziativa.
Allora ho deciso di affidare quella copia proprio a quella persona che si è impegnata approvare a leggere e a far girare il libro (cosa della quale mi sono raccomandata, perché penso che i libri debbano circolare, muoversi, camminare). Con le persone più disponibili (quasi tutte, devo dire) ho scattato una foto, anche mentre camminavamo o con la metropolitana in movimento a testimonianza dell’avvenuto affido del libro. Molte foto le trovate sul wall di #ioleggoperché. Poi, dalle nove di sera mi sono goduta la festa in piazza, nonostante il vento, contenta di aver portato a termine la mia missione di messaggero.
Le mie impressioni. Questa iniziativa mi ha entusiasmato da subito. All’euforia iniziale è seguito l’impegno di iscriversi, di ritirare i libri, di condividere le mie citazioni. Insomma, ho preso a cuore questa missione. Poi, ho capito che non era affatto facile. Non è facile trasmettere la bellezza della lettura, soprattutto se hai pochi minuti, se sei per strada, se ti rivolgi a persone che non conosci. Ma io ho deciso di impegnarmi lo stesso e seguendo proprio questo schema, cercando l’aiuto della sorte e del caso.
Ho trovato persone gentili che mi hanno ascoltato volentieri, che hanno sfogliato il libro incuriosite, che hanno deciso di provare a leggere. Non so se poi leggeranno davvero tutto il libro o solo qualche pagina. Non so se questa diventerà una bella abitudine o continueranno a farne senza. Non ho grandi pretese, non mi aspetto grandi cose: ci ho solo provato, con allegria e sincerità.
E come ha detto Alberto Rollo durante l’incontro coi messaggeri, ho applicato i 3 principi base di ogni buon messaggero di #ioleggoperché (sapendo che valgono, ma che vale anche il loro contrario):
1 – non ti sto vendendo qualcosa
2 – non voglio importi la mia visione del mondo
3 – non devo salvare la vita a nessuno
p.s. Questa scelta di dare in affido le mie copie basandomi sulla sorte mi ha ricompensato facendomi incontrare persone simpatiche e disponibili. Tra questi un ragazzo e una ragazza che avevano rispettivamente il cognome e il nome uguali a quelli dell’autore di uno dei miei libri. Coincidenze (o forse no) che mi incoraggiano e mi mettono allegria.
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Bellissimo post.Ti auguro buon fine settimana *_*
Ti ringrazio, Viola. Buon 25 aprile e buona domenica