Il punto sulla vivisezione in Italia

ANIMALI, ECOLOGIA, STILI DI VITA | 11 commenti

Un’importante decisione attende l’Italia e gli italiani. La Federazione Diritti Animali e Ambiente ha inviato una lettera ai Senatori, un testo condiviso da molte associazioni quali OIPA, ENPA, LAV. Questa lettera chiede di incentivare la ricerca sostitutiva, vietare le sperimentazioni animali senza anestesia, proibire in Italia aperture di nuove Green Hill, cioè di allevamenti di cani, gatti e primati al solo scopo di impiegarli per la vivisezione. Se volete far sentire la vostra voce e inviare anche voi una mail ai Senatori, potete trovare qui il testo.

Vivisezione è di per sé una brutta parola, tanto che spesso si usa un suo sinonimo più soft, “sperimentazione animale”. Non si tratta quasi mai di dissezioni dal vivo, per fortuna, ma di esperimenti molto invasivi e dannosi per l’animale stesso. L’elenco degli animali utilizzati è davvero lungo: cani, gatti, primati, cavalli, ratti, topi, mucche, maiali, pecore, piccioni, furetti, rettili, pesci, uccelli. La maggior parte proviene da allevamenti tipo Green Hill, ma spesso vengono utilizzati anche animali catturati in natura o cani e gatti randagi. Secondo la Gazzetta Ufficiale, gli animali impiegati ogni anno per la ricerca sono circa un milione, proprio così, un milione all’anno.

Ogni specie si differenzia dalle altre per struttura fisica e biochimica e quindi non esiste una specie che possa essere considerata “un modello sperimentale”. Come conseguenza di ciò, dopo la sperimentazione su modello animale, un farmaco per uso umano deve essere sperimentato su uomini prima di poter essere messo in commercio.

In molti casi la vivisezione ha fornito dati clamorosamente sbagliati: un esempio per tutti, le migliaia di bambini nati malformati a causa della talidomide e gli errori riguardano anche il campo dei prodotti agrochimici, degli additivi alimentari e dei coloranti. Visto che il modello animale non è valido, succede che spesso vengano messi in commercio farmaci che poi vengono ritirati appena i pazienti denunciano la comparsa di gravi effetti collaterali.

Inoltre, solo il 30% degli esperimenti effettuati riguarda la medicina. Il restante 70% degli esperimenti viene fatto per testare:

  • prodotti cosmetici
  • prodotti quali detersivi, saponi, inchiostri
  • prodotti bellici
  • per prove psicologico – comportamentali

Allora ci sono delle alternative valide? Negli ultimi anni un numero sempre maggiore di ricercatori e medici si sono opposti alla sperimentazione animale (spesso sono chiamati “obiettori di coscienza” e sono riuniti in associazioni come la LIMAV).

Si cerca di studiare e portare avanti sistemi alternativi, cioè una ricerca seria e valida, effettuata con metodi intelligenti e scientifici, non sperimentando su animali. Si utilizzano quindi colture di cellule e tessuti umani in vitro (reperibili da operazioni chirurgiche) o placente post-parto (che altrimenti verrebbero gettate). Anche le cellule staminali potrebbero rappresentare un nuovo e valido aiuto. Perfino la matematica, la statistica e l’informatica possono dare un ottimo contributo con modelli che simulano perfettamente le reazioni dell’organismo umano a determinate sostanze.

Questo post vuole dare un riassunto della situazione e un cenno alla vivisezione e agli orrori ad essa collegati. Come si può facilmente capire, sono di parte, dalla parte degli animali e a favore di una ricerca, scientificamente valida, nel rispetto di tutte le forme di vita. Spero di avervi indotto ad approfondire l’argomento e magari a inviare una mail a chi ci governa. Sempre secondo la mia linea di pensiero: diamo voce, parliamone, facciamo rete.

Le informazioni utilizzate per questo post provengono dai seguenti siti: LAV e OIPA. Vi invito a visitarli, leggere, approfondire e farvi la vostra opinione.

Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

11 Commenti

  1. elinepal

    Grazie del post e del link. Faccio Reblog.

  2. elinepal

    Reblogged this on elinepal and commented:
    Tutti devono vedere, tutti devono sapere, tutti devono decidere se voglio l vivisezione o no.

  3. Sabrina

    Grazie Elinepal, per il commento e il reblog. Sono contenta che il post sia servito ad informare e a far riflettere. E speriamo in una buona legge che tuteli anche il mondo animale. Un caro saluto.

  4. margotcroce

    non posso che affermare con forza la condivisione alle tue parole…
    la civiltà è anche questo.
    ricordiamoci sempre che un genio unico e in tempi ancora più difficile affermava:
    Fin dalla giovinezza ho rinunciato all’uso della carne, e verrà un giorno in cui uomini come me considereranno l’omicidio di un animale alla stregua dell’omicidio di un essere umano… era il grande Leonardo Da Vinci

  5. arsomnia

    Come società abbiamo dei comportamenti primordiali….
    si, tutti devono sapere e decidere. Grazie

  6. Sabrina

    Grazie Margotcroce per il tuo commento e benvenuta sul blog.

  7. Sabrina

    Grazie Arsomnia e benvenuta sul blog.

  8. Sabrina

    Mille grazie per aver apprezzato il post e per il reblog.

  9. Edoardoprimo

    “La vivisezione, seppure per fini scientifici, è un gesto intollerabile. Sono convinto che possono esserci rimedi alternativi che evitino questo scempio”. Renato Schifani.

    Sarà pure uno scempio ma ancora non avete approvato la legge.. inetti!

    Un abbraccio, Edo

  10. Sabrina

    Grazie Edo per il tuo commento e benvenuto sul blog.

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